Una corretta alimentazione è un fattore essenziale per la prevenzione di alcune patologie, ed è direttamente correlata all’innalzamento dell’aspettativa di vita.

L’obesità, ossia la condizione per cui un corpo ha grasso in eccesso, è una delle malattie più diffuse delle società cosiddette del “benessere”, ed è la principale causa di morte prevedibile in tutto il mondo.

Un primo metodo per verificare il grado di obesità di una persona adulta è quello di determinare l’indice di massa corporea (BMI), che si ottiene dividendo il peso (in Kg) per il quadrato dell’altezza (in metri), ossia BMI = kg/m^2

Il risultato ottenuto si confronta con la tabella qui sotto per ottenere la corretta classificazione del proprio metabolismo. Esistono studi scientifici che mettono in relazione il grado di BMI con la riduzione dell’aspettativa di vita.

 

 

BMI

Classificazione

Aspettativa di vita a 40 anni: uomo non fumatore

Aspettativa di vita a 40 anni: donna non fumatrice

< 18.5

Sottopeso

 

 

18.5-24.9

Peso Normale

Normale (83 anni)

Normale (86 anni)

25.0-29.9

Sovrappeso

-3.1 anni

-3.3 anni

30.0-34.9

Obesità classe I

-5.8 anni

-7.1 anni

35.0-39.9

Obesità classe II

>= 40

Obesità classe III

 

Oltre al BMI è fondamentale anche la misura della circonferenza di vita, indicatore del tessuto viscerale adiposo. Tale valore è direttamente correlato con rischio di patologie cardiovascolari, diabete e mortalità in genere. La tabella qui sotto si riferisce a soggetti di statura superiore ai 150 cm.

 

 

Uomo

Donna

Rischio

CM

CM

Molto elevato

>120

>110

Elevato

100-120

90-109

Basso

80-99

70-89

Molto basso

<80

<70

 

Le conseguenze sanitarie dell’obesità si manifestano in varie forme: cardiologica (ipertensione, trombosi, ischemia, insufficienza cardiaca), endocrinologica (diabete, infertilità, morte del feto), gastroenterologica (reflusso gastroesofageo, colelitiasi, steatosi epatica), neurologica (ictus, emicrania, sclerosi multipla), oncologica (tumore, mieloma multiplo), psichiatrica (depressione, patologie sociali), pneumologica (apnea del sonno, ipoventilazione, asma), reumatologica (gotta, artrite, lombalgia), urologica (incontinenza, insufficienza renale cronica).

 

Diabete: si tratta di una malattia cronica del metabolismo che consiste in un aumento dei livelli di zucchero nel sangue causato da un’insufficiente produzione dell’insulina da parte del pancreas. Le conseguenze di questa malattia si traducono in complicanze croniche a livello di vari organi: occhi, reni, cuore, vasi sanguigni. Si distinguono due tipi di diabete: tipo 1 (o giovanile, visto che si manifesta generalmente entro i 30 anni di età) o tipo 2 (o senile). Entrambi i tipi di diabeti si curano con terapia farmacologica appropriata e una adeguata dieta a basso carico glicemico.

 

Tiroide: la tiroide è una ghiandola fondamentale del nostro organismo in quanto produce ormoni che regolano moltissime attività metaboliche, come ad esempio la frequenza cardiaca e respiratoria, la fertilità e la crescita.

Le patologie che riguardano la produzione di ormoni della tiroide si dividono in ipertiroidismo (eccesso di produzione degli ormoni e conseguente accelerazione del metabolismo, tachicardia, gozzo, sudorazione, tremori), e ipotiroidismo (riduzione parziale o totale dell’azione degli ormoni tiroidei: sonnolenza, freddo, crampi, gozzo). Non solo i farmaci, ma anche una corretta alimentazione aiutano il buon funzionamento della tiroide; alcuni alimenti hanno proprietà coadiuvante: per esempio nell’ipertiroidismo è bene evitare sostanze stimolanti (alcol, caffeina) ed è consigliata l’assunzione di verdure crude (rucola, brocchi, cavoli, cavolfiori).

 

Da non sottovalutare anche l’anoressia nervosa, un altro dei più importanti disturbi del comportamento alimentare. L’anoressia nervosa è il rifiuto del cibo causato dalla paura ossessiva di ingrassare, con conseguente magrezza estrema e conseguenti rischi estremi per la salute. In questo caso gli obiettivi del nutrizionista sono riferiti alla riabilitazione nutrizionale per ristabilire il peso ideale e normalizzare i comportamenti del paziente.

 

Altro disturbo del comportamento alimentare è la bulimia nervosa, patologia per cui una persona ingerisce una quantità di cibo eccessiva senza riuscire a metabolizzarlo (vomito autoindotto, uso di lassativi o purghe, intenso esercizio fisico). Anche in questo caso l’obiettivo primario del nutrizionista è quello di insegnare la corretta alimentazione ed eliminare la perdita di controllo del paziente, reintroducendo un corretto modello alimentare ed insegnare l’automonitoraggio.