Esistono in letteratura una varietà di diete già preconfezionate, ciascuna con caratteristiche diverse.
Ognuna di queste diete può presentare punti di forza e di debolezza, ciò che le accomuna è che comunque non sono personalizzate e che non tengono conto delle caratteristiche e preferenze alimentari del paziente.
Quello che mi sento di consigliare è di non utilizzare una di queste diete fai da te, ma di rivolgersi ad uno specialista per confezionare una dieta ad hoc per il paziente.
Qui sotto potete comunque trovare una breve descrizione delle diete più comuni già esistenti.
Dieta Mediterranea: si tratta di un’alimentazione equilibrata e completa, senza controindicazioni, per età e stili di vita, che
segue la nostra tradizione alimentare basandosi sul consumo di cibi semplici (pane, pasta , olio ecc).
E' una dieta difficile da seguire perché non controlla lo stimolo della fame.
Inoltre basta poco per non rispettare le quantità dato che non si fissa il fabbisogno calorico e la giusta ripartizione dei macronutrienti; il rischio è di non dimagrire.
Dieta Dukan: diventata recentemente molto famosa, si tratta di un regime iperproteico in 4 fasi (attacco,
crociera, consolidamento, stabilizzazione) che consente ua grossa perdita di peso in poco tempo.
L'eccesso di proteine che introduce, però, potrebbe mettere a rischio la funzionalità renale ed epatica ed aumentare il rischio di malattie cardiovascolari.
Dieta a Zona: è una dieta che consiste nel mantenere la produzione di insulina in una zona ne troppo alta ne troppo bassa, basandosi sui concetti di equilibrio e moderazione degli alimenti assunti secondo la formula 40-30-30: 40% carboidrati, 30% proteine. 30% grassi. Tali dieta è stata comunque criticata da numerosi studi di settore evidenziando che tale alimentazione causa generalmente un aumento di grassi saturi animali, ritenuti dannosi.
Dieta Atkins: fu ideata dall’omonimo cardiologo per curare pazienti obesi per diminuire la somministrazione di farmaci.
Durata di 4 settimane, non vengono indicate le calorie e si perdono pochi chili (5 circa); i vantaggi sono che non bisogna calcolare le calorie e non si avverte il senso di fame ma gli svantaggi
sono molteplici: aumento del colesterolo per i troppi grassi, malattie renali e disturbi cardiovascolari perché non rispetta i principi nutritivi classici.
I carboidrati vengono presi solo dalla verdura e si ha un apporto notevole di grassi preferendo carne, pesci, burro, formaggi, uova, proibendo il pane la pasta, il riso, i legumi e la
frutta.
Solo nella terza fase si aggiungono frutta e yogurt.
Dieta scarsdale: dieta ideata nel 70 per far dimagrire i pazienti cardiopatici obesi prima di interventi chirurgici abbinando una
dieta di circa 1000 calorie al concetto di dieta proteica.
La ripartizione dei nutrienti è solo su tre pasti: proteine 43%, grassi23%, carboidrati34%. L’apporto calorico è molto basso e troppo squilibrato dal punto di vista nutrizionale, perché non
soddisfa il fabbisogno naturale di carboidrati, sali, vitamine e fibre.
E' molto rigida perché i menù non possono variare o alternarsi.
Dieta dei gruppi sanguigni: vengono scelti i cibi in base alla relazione che hanno col proprio gruppo sanguigno.
Alimenti non compatibili creano problemi di digestione, ritenzione idrica, rallentamento del metabolismo e aumento di peso. Esempio: soggetti di gruppo “0” (cacciatori, gruppo più antico) si
sentono bene se consumano proteine animali da associare a frutta e verdura. Devono evitare pasta, pane, legumi, latte e latticini poiché causano in questi soggetti problemi di gastrite e
acidità.
È un tipo di dieta non a breve termine ma a vita e fa dimagrire molto lentamente.
La dieta del minestrone: prevede 7 giorni a base di minestrone di verdura, tè, succhi di frutta non zuccherati e frutta; al quarto
giorno si aggiunge latte scremato o yogurt, al quinto carne di manzo, al settimo riso integrale.
Forte restrizione calorica e scarso apporto di proteine portano a perdere massa magra e acqua; si perde peso in breve tempo ma si recupera tutto al 100% in poco tempo.
La dieta non prevede alcun tipo di educazione alimentare anzi è diseducativa infatti veniva usata per pazienti cardiopatici obesi in attesa di essere operati.